
2025: I piatti più ricercati (e i vini giusti da versare accanto)
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Il 2025 in cucina non è l’anno delle rivoluzioni. È l’anno del ritorno alla sostanza, ma con una mente aperta e un cuore curioso.
Chi cucina lo fa con consapevolezza. Chi beve, cerca identità.
E nei ristoranti che funzionano, ogni piatto non finisce sul tavolo senza che accanto ci sia un vino capace di parlare la stessa lingua.
Ecco cinque piatti simbolo del 2025 — e i vini da servire con intelligenza, per trasformare un ordine in una storia da ricordare.
1. Ravioli ripieni di ricotta affumicata, limone candito e menta
Un piatto che sembra venire dalla tradizione, ma che si reinventa con eleganza e freschezza.
La nota affumicata della ricotta si fonde con la dolcezza agrumata e il balsamico della menta.
Cosa versare accanto:
Un bianco vulcanico con mineralità e struttura:
Etna Bianco DOC o Carricante in purezza, servito fresco ma non ghiacciato.
Oppure, per stupire, un rosato salino e verticale, come quello di Soffio sulle Isole.
2. Burger vegetale di lenticchie nere, crema di topinambur e maionese all’aneto
Il 2025 è l’anno in cui la cucina vegetale smette di “giustificarsi”.
Qui siamo davanti a un piatto tecnico, profondo, umami e balsamico.
Cosa versare accanto:
Un rosso leggero ma aromatico, come un Schiava altoatesina o un Frappato di Sicilia.
La leggerezza del corpo, unita a profumi fini e speziati, accompagna il piatto senza coprirlo.
3. Risotto al peperone fermentato e polvere di ‘nduja
Spinta, grinta e comfort in un solo boccone. Il peperone fermentato dà acidità, la ‘nduja in polvere calore e umami.
Cosa versare accanto:
Un rosso giovane ma non banale, con frutto e acidità:
Grignolino, Cesanese, oppure un Montepulciano vinificato in anfora.
Per chi osa: un orange wine morbido, ma non ossidativo.
4. Pizza gourmet con stracciatella, alici di Cetara e zest di lime
Semplicità apparente, equilibrio perfetto tra grasso, sapido e fresco.
Una pizza che chiede precisione, ma anche un vino che non faccia da tappezzeria.
Cosa versare accanto:
Un Metodo Classico rosé, oppure un Champagne extra-brut a base Pinot Meunier.
La bollicina qui è necessaria — non per fare scena, ma per pulire e rilanciare il boccone successivo.
5. Cheesecake destrutturata al kefir con sorbetto al basilico e fragole marinate
Il dessert dell’anno non è dolce: è fresco, acidulo, erbaceo, sorprendente.
Perfetto per chiudere in leggerezza e lasciare un ricordo elegante.
Cosa versare accanto:
Una Malvasia delle Lipari passita, ma servita fredda, in piccole dosi.
Oppure un Moscato secco aromatico, che segue le fragole senza contrastarle.
Anche un Vermouth bianco artigianale servito liscio può giocare una partita raffinata.
In conclusione: non solo tendenza, ma coerenza
Nel 2025, la differenza non la fa chi ha il piatto più strano.
La fa chi sa raccontare il piatto attraverso il bicchiere.
E il vino non è mai solo un abbinamento. È una seconda forchetta.
Servilo con intenzione, e ogni portata avrà un’eco che arriva fino al conto.