Vinitaly 2025: cosa ci aspettiamo (e cosa dovrebbe interessare davvero agli operatori HoReCa)

Vinitaly 2025: cosa ci aspettiamo (e cosa dovrebbe interessare davvero agli operatori HoReCa)

Tra nuove etichette, trend da tenere d’occhio e vini che conquisteranno le carte dei prossimi mesi.

 

VERONA – Dal 6 al 9 aprile 2025, torna Vinitaly, la fiera del vino più importante d’Italia (e una delle più influenti al mondo).
Per gli operatori del mondo HoReCa, questo appuntamento è molto più che una passerella: è una bussola strategica per anticipare gusti, rinnovare le carte dei vini, scoprire nuovi produttori e capire dove sta andando il mercato.

Ecco la nostra lettura tecnico-pratica, con un occhio a ciò che potrà davvero fare la differenza a tavola e al bancone.


1. Il ritorno degli autoctoni: vini identitari e versatili

Il 2025 sarà l’anno della centralità del territorio. I clienti cercano storie vere, vini riconoscibili, e abbinamenti che funzionano con la cucina regionale e contemporanea.

Ottimi per la ristorazione territoriale e per chi vuole costruire carte originali:

Pecorino, Passerina, Fiano, Inzolia per i bianchi

Nerello Mascalese, Lacrima, Tintilia, Sciascinoso per i rossi leggeri ma gastronomici

Cosa cercare a Vinitaly: piccoli produttori con linee dedicate al canale HoReCa e ottimo rapporto qualità/prezzo. Ideali per by the glass o pairing stagionali.


2. Bollicine “gastronomiche” e bolle alternative

Non solo aperitivo: le bollicine da pasto stanno guadagnando sempre più spazio nei menù degustazione e nelle proposte creative.

Le novità attese:

Metodo Classico da vitigni autoctoni (Pecorino, Verdicchio, Fiano)

Pet-Nat e rifermentati, ideali per cocktail pairing e locali contemporanei

Prosecco DOCG brut nature e rosé di carattere

Cosa cercare a Vinitaly: produttori che offrono formati per ristorazione, prezzi dedicati e storytelling chiaro. Le bolle non sono più solo “festa”: sono esperienza sensoriale.


3. Rossi più snelli, più food-friendly

Addio ai rossi bomba da 16°. I clienti vogliono bere bene senza appesantirsi, e i ristoratori devono poter proporre vini rossi anche a pranzo.

I rossi del momento:

Nebbiolo “base”, Barbera fresca, Refosco giovane

Aglianico più elegante, Cannonau meno alcolico

Blend toscani con meno legno e più frutto

Perché ti serve: offrono margini interessanti, sono più facili da ruotare e perfetti per accompagnare una cucina contemporanea, anche internazionale.

4. Bio, sostenibilità e packaging intelligente

Il cliente oggi chiede trasparenza, ma anche esperienza coerente con i valori ambientali.

A Vinitaly vedremo:

Vini biologici e biodinamici certificati, sempre più curati anche nel design

Packaging eco: bottiglie leggere, vetro riciclato, etichette green

Alternative al vetro (lattine premium, bag-in-box eleganti, bottiglie in PET riutilizzabile per l’outdoor e l’hôtellerie)

Cosa chiedere ai produttori: formati dedicati alla ristorazione, etichette chiare e narrative per il personale di sala e strumenti di comunicazione per la carta.

5. Spirits e amari: il ritorno della miscelazione consapevole

Il post-cena si evolve: amari gastronomici, vermouth artigianali, e gin locali diventano strumenti per rinnovare la proposta del bar o del carrello dei digestivi.

Crescono anche i:

Distillati italiani da uve autoctone

Cocktail ready-to-serve per eventi, hotel e ristoranti smart

Amari secchi, low sugar perfetti per pairing con dolci moderni o formaggi stagionati

Perché è un’opportunità: margini elevati, branding forte, e possibilità di creare esperienze personalizzate anche fuori dal classico “vino al calice”.

Conclusione: un Vinitaly utile, pratico e strategico

Per l’operatore HoReCa, Vinitaly 2025 sarà un laboratorio del futuro: vini snelli, bollicine intelligenti, packaging sostenibili, e distillati d’autore che fanno parlare la carta (e il cliente).

Ci vediamo in Hall. Il vino giusto, per il posto giusto, è lì che ti aspetta.
E magari anche un gin da raccontare al bancone.

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